martedì 29 settembre 2009

MODENA - Nuovo procuratore aggiunto, dall’antimafia arriva Lucia Musti


«I Casalesi sono infiltrati pesantemente, lavorano, investono qui a Modena, che ormai è considerabile una filiale di Casal di Principe».

Così si è presentata ia Modena il nuovo procuratore aggiunto Lucia Musti, che proprio per la specifica competenza sulle mafie sarà in grado di dare un contributo importante per la nostra realtà assediata dalla Camorra, quella degli affari più che delle pistole.

Anche se deve ancora confrontarsi col procuratore della repubblica Vito Zincani, la dottoressa Musti dovrebbe coordinare il nuovo pool sulla criminalità organizzata, composto da un gruppo specializzato di investigatori.
Come sostituto della Dda di Bologna ha stroncato l’associazione dei crotonesi infiltrati in Riviera e coordinato importanti indagini sulla mafia, ma è proprio sul clan dei Casalesi ad essersi specializzata negli anni, assicurando alla giustizia il commando che gambizzò a Riolo di Castelfranco nel maggio 2007 Giuseppe Pagano, l’imprenditore edile punito per aver testimoniato contro il boss Raffaele Diana.

«Qui ritrovo colleghi con cui ho lavorato e che stimo - ha dichiarato la dottoressa Lucia Musti
- non mi chiedete nel merito, devo ancora parlare col procuratore che deciderà per il meglio.
Posso solo dire che metterò a disposizione la mia competenza specifica sulle mafie e sui Casalesi, Clan che ha fatto di Modena una vera succursale.
Serviranno naturalmente le professionalità di tutti, a partire dai carabinieri e dalla squadra
Mobile che vantano grande esperienza sul territorio. La Camorra è presente: lo dimostrano
le indagini coordinate da Napoli e Bologna, i sequestri di beni e le condanne a Parma, le operazioni qui a Modena».
Troppo presto per stabilire il ruolo operativo ma quel che è certo è che il pool specializzato
sulla criminalità organizzata potrà portare ad un salto di qualità importante nelle indagini.
Anche se non potrà sconfinare per competenza, che spetta naturalmente alla Dda di
Bologna (già con la presenza dell’aggravante dell’articolo 7), i fascicoli potranno, per esempio, essere seguiti a Modena col meccanismo dell’applicazione, ossia l’affiancamento di un sostituto della Dda bolognese.

Tutte modalità che ora le Procure avranno il tempo di studiare.
«Per il momento - conclude Musti - mi sento di dire che lavoreremo con la collaborazione di tutti, soggetti istituzionali e associazioni, per il nostro territorio. Un territorio che va difeso, altrimenti lo perdiamo».

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