venerdì 25 settembre 2009

MODENA - Commercio, boom di richieste per la cassa integrazione!


Secondo un’indagine di Confesercenti a rischio sono soprattutto i contratti a progetto.

L’ occupazione è in picchiata, nei mesi di Luglio e Agosto, infatti, non sono stati registrati miglioramenti nei settori del commercio, del turismo e dei servizi.
A prevalere è ancora il segno meno, con una media che si assesta al -7,2% rispetto a Luglio 2008, anche se le imprese sembrano avere trovato una strada per reagire alla crisi: conservare il patrimonio costituito dai collaboratori.
Infatti è in costante aumento il numero di imprese che fa ricorso agli ammortizzatori sociali.


Le aziende del commercio che hanno attivato la procedura sono state 13, interessando ben 65 dipendenti dei 98 che sono complessivamente occupati.
Questo è quanto emerso da un’indagine effettuata da Confesercenti Modena e relativa al periodo estivo.
«Le difficoltà - ha affermato il presidente provinciale Massimo Silingardi – non sono finite, ma è positivo che si stia facendo uno sforzo importante per cercare di assicurare la continuità del lavoro».
Secondo Confesercenti, a soffrire in questo momento sono prima di tutto i contratti a progetto (-16%).
Tra i settori in difficoltà, uno dei più esposti è quello dei pubblici esercizi: rispetto al medesimo periodo del 2008 il calo medio segna un -15%.
Vanno invece “meno peggio” i piccoli negozi alimentari, -4,3%.

giovedì 24 settembre 2009

MODENA - Nel 2008 il Comune ha pagato una maxi bolletta di 70.737 euro per pagare i cellulari di assessori, consiglieri comunali, dirigenti, tecnici,


Passando sotto le finestre degli uffici comunali, si può avvertire la sinfonia dolce/amara di un’orchestra di cellulari che squillano in un tripudio di comunicazioni a carico della collettività.



In tutto il Comune, mette a disposizione 262 telefonini (attualmente 74 sono liberi), mentre le carte sim sono 519, perché qualcuno preferisce conservare il proprio telefonino pur accettando la sim.

Da ciò che si appreso dall’ultimo consiglio comunale, per quanto riguarda amministratori e consiglieri le sim e i cellulari vengono ritirati alla scadenza del mandato, ma ci può essere confusione perché alcuni chiedono la portabilità del numero, per non perdere i contatti acquisiti.
Quindi capita che alcuni neo assessori in possesso della nuova sim abbiano ricevuto telefonate destinate a colleghi non più in carica.
Le sim fornite sono abilitate a chiamare solo i telefoni dell’amministrazione, eccezion fatta per 188 che possono contattare anche un massimo di 80 numeri esterni.

Il numero di 262 cellulari a disposizione di tutti questi soggetti mi sembrano decisamente tanti, e anche le spese risultano piuttosto alte.
Invito i consiglieri dell’opposizione a richiedere l'accesso agli atti per «verificare il dettaglio delle spese».


IlSandrone

I giovani non fanno più bambini !. E’ il momento di alleggerire il carico fiscale sulle nuove famiglie.


Lo scorso Settembre sono stato una settimana a Stoccolma in Svezia, un giorno entrando in un ristornate, sono rimasto piacevolmente sorpreso nel vedere che ai tavoli erano sedute tante giovani coppie con al seguito almeno tre figli!.
Mi son detto, in Italia non si fa altro che parlare di Welfare ma secondo me i nostri “cari” politici non hanno nemmeno lontanamente l’idea di che cosa sia davvero il “Welfare State”.

Io credo che a coronamento di un bel rapporto ci sia la nascita di uno o più figli, e non credo a coloro che etichettano le nuove generazioni come sfaccendati o senza valori morali.
I politici dovrebbero rivedere le fondamenta dei supporti che possono garantire alle giovani coppie una dignitosa esistenza.

Intanto i soldi spesi per i figli non devono essere tassati, “investire sulla famiglia significa risparmiare sulla spesa sociale”.
Sono d’accordo sull’introduzione di un quoziente familiare che determina l’imposizione fiscale.
Auspico che si arrivi ad un sistema fiscale che sostituisca le attuali detrazioni Irpef con le deduzioni dal reddito dello stesso importo per tutti i nuclei familiari a prescindere dal reddito.

Mi spiego meglio, si dovrebbero poter dedurre 2mila euro per un figlio a carico, 3mila euro per due, 4mila per tre, 5mila per quattro…

La famiglia non dev’essere più intesa solo in un obsoleta ottica di sostegno, ma deve diventare ed essere avvertita come una grande opportunità.
E’ un dato di fatto che paesi come Francia e Germania che hanno sempre investito di più nelle politiche familiari, oggi sono quelli che stanno uscendo per primi dalla crisi.

E’ il momento di smetterla con strategie attivate solo per correre in aiuto della famiglia quando sono in un grave stato di bisogno.
Adesso occorre mutare radicalmente l’approccio a tutto ciò che riguarda “la Famiglia” è questa
la vera questione sociale, il vero motore che determinerà le sorti dell’intera collettività.

Prima i nostri “cari” politici inizieranno a smettere di azzuffarsi per una poltrona, prima inizieranno a confrontarsi col mondo reale fatto di laureati da 1000 euro al mese e prima ricominceremo a respirare.




IlSandrone

mercoledì 23 settembre 2009

Tutto esaurito per il Fatto al debutto nelle edicole


Quasi non ha fatto in tempo ad arrivare nelle edicole questa mattina la prima copia del Fatto, il nuovo quotidiano diretto da Antonio Padellaro. Le 100 mila copie stampate per l'esordio, spiegano dalla redazione, erano già esaurite alle 9.30 in tutta Italia, tanto che è in corso una ristampa con 50 mila copie - che arriveranno intorno alle 14 solo però nelle edicole milanesi - mentre per domani verranno stampate 250 mila copie.



Con l'apertura affidata ad un articolo di Peter Gomez e Marco Lillo dal titolo "Indagato Letta" (occhiello: "Da dieci mesi e nessuno ne parla") e spazio centrale alla partenza di Annozero
(«Editto su Travaglio mannaia su Annozero»), oltre naturalmente all'editoriale del direttore («Linea politica la Costituzione»), il quotidiano schiera in prima pagina anche le firme di sei collaboratori: Furio Colombo, Antonio Tabucchi, Corrado Stajano, Paolo Flores D'Arcais , Massimo Fini, Luca Telese.
In tilt, questa mattina anche i telefoni, raccontano dalla redazione, tanto che diversi lettori si sono presentati direttamente nella sede del giornale a Roma per cercare la copia che non avevano trovato in edicola.
Gettonati, anche gli abbonamenti, che già ieri avevano superato la soglia dei 28 mila e per i quali anche oggi stanno arrivando moltissime richieste. Il 70 per cento degli abbonamenti, precisa Monteverdi, riguardano il formato pdf, ovvero la copia completa del giornale da scaricare e sfogliare on line già dalla mezzanotte.

MODENA - Decidono i poteri forti, o la politica?


Amministrazioni locali sempre più sotto il tallone dei poteri forti.

Sto seguendo con interesse il dibattito aperto in questi giorni sui più importanti giornali cittadini che cerca di dare una risposta alla domanda che tutti noi ci poniamo in modo sempre più insistente.



Ho appreso così che esiste il concetto di «cinghia di trasmissione», con il quale negli anni ’70 e ’80 s’indicava in Emilia Romagna il legame sistemico tra enti locali, partito, attori sociali ed economici.

Il segretario provinciale della Cisl Francesco Falcone sottolinea che «la cinghia di trasmissione era sbagliata allora ed è sbagliata oggi. La politica deve conservare la propria autonomia ed invece mi sembra che attualmente sia la finanza e l’equilibrio dei bilanci a guidare la politica, che vive in una condizione di debolezze e di sudditanza».

Un esempio? Le multiutility e le infrastrutture.

Falcone ha fatto notare che ha proposto da tempo la realizzazione a Modena di un distretto per le energie alternative con il sostegno diretto di Hera ma non ho ancora ricevuta alcuna risposta.

Evidentemente l’azienda non si vuole impegnare, a conferma del fatto che non è la politica
a governare Hera, ma Hera a governare la politica.

L’amministrazione pubblica, deve fare sintesi tra i cittadini e non dipendere da altri poteri o soggetti intermedi che fanno lobby.

Secondo il segretario della Uil Luigi Tollari a condizionare fortemente l’attività amministrativa
è invece l’ingombrante presenza del partito: «Il sindaco Pighi e il Consiglio comunale hanno le mani legate, non sono in grado di effettuare una serie di scelte».

Le forze politiche invece decidono tutto, perfino i vertici delle aziende sanitarie, ovviamente non in base a meriti che questi pseudo dirigenti dimostrano sul campo.
Questo inaccettabile dato di fatto sta alla base delle tante storture, malasanità e clientelismi che portano ai disservizi offerti a fronte della cospicua tassazione a cui sono invece sottoposti i cittadini.


IlSandrone

MODENA – Spostare il Sert lontano dal centro storico?


I Sert, sono i servizi per le tossicodipendenze previsti dal sistema sanitario nazionale per la cura, la prevenzione e la riabilitazione delle persone che hanno problemi con alcool e droghe.



Da giorni impazza il dibattito tra chi li vuole in città e chi li vorrebbe fuori dalla cintura urbana.
A Modena da sedici anni il punto di riferimento è la sede di via Sgarzeria, in pieno centro dove residenti e negozianti da tempo chiedono il trasferimento nell’area del Policlinico per questioni di sicurezza.

Diamo un occhiata dove si trovano esattamente i Sert delle altre città emiliane?

Partendo da nord, a Piacenza il servizio è stato trasferito dal 2005 in piazzale Milano, uno degli accessi alla città, nella nuova sede dei Servizi territoriali del distretto urbano.

Scendendo a Parma, il servizio tossicodipendenze si incontra in strada dei Mercati, a circa due chilometri dal centro storico: proprio a Giugno scorso, l’amministrazione ducale ha deciso di chiudere il vecchio Sert di via Spalato, in zona Oltretorrente (più vicina al centro) in un’ottica di riqualificazione dell’area.

A Reggio Emilia, invece, il servizio si trova sulla via Emilia, in località Ospizio, circa un chilometro prima dell’accesso alla città venendo da Modena.

Spostandosi a Bologna, l’attività è stata suddivisa in otto sezioni, di cui le due sedi cittadine si trovano in via Emilia Ponente (Sert ovest), e in via Carpaccio (Sert est), entrambe a circa un chilometro e mezzo dagli accessi alla città.

Sede più centrale per il Sert di Ferrara, che però ha separato il centro operativo di via Kennedy dal Centro di farmacoterapia di via Mortara, appena dentro la cinta muraria.

A Ravenna, invece, il servizio tossicodipendenze si trova in via Rocca ai Fossi, a pochi metri dal reticolo di vie che formano il centro storico. La città romagnola ha però deciso di ricavare una nuova sede nell’area ospedaliera: poco più di un mese fa, il sindaco Matteucci ha esortato l’Azienda Usl a completare il trasferimento nel giro di pochi mesi, almeno per quanto riguarda il servizio di distribuzione del metadone.

A Forlì il Sert si trova in via Orto del Fuoco, uno dei punti d’accesso alla città, mentre a Cesena le attività si svolgono nell’area ospedaliera di via Brunelli.

A Rimini, invece, la struttura è in via Tonti, nei pressi della stazione ferroviaria.

Il modus operandi delle provincie della nostra regione, sembrerebbe dar ragione a quanti auspicano un trasferimento fuori dalla cintura urbana del Sert, io personalmente non ne sono del tutto convinto.
Credo che le cause dell’evidente condizione di degrado in cui versa Via Sgarzeria siano da ricercare altrove.


IlSandrone

martedì 22 settembre 2009

MODENA - «Nuovo Piano casa, le amministrazioni modenesi non informano i cittadini sulle importanti novità che entreranno in vigore»


Lo stato di salute degli edifici modenesi non è dei migliori e necessita di una revisione.

Sia in termini di sicurezza, per adeguare le strutture anche alle nuove norme anti-sismiche,
che dal punto di vista energetico, per apportare le migliorie necessarie a ridurre i consumi.
E, per rinnovare il patrimonio edilizio, perché non approfittare del nuovo «Piano Casa» sul quale sono chiamate a decidere (entro il 21 settembre, come previsto dalle direttive regionali) anche le amministrazioni modenesi?

E’ quanto propone l’ Ordine degli Ingegneri della provincia di Modena che, dopo avere scattato una fotografia alquanto negativa sui complessi abitativi attuali, richiama l’attenzione degli enti locali sulla situazione odierna.
«A seguito di un’intensa attività di analisi dello “stato di salute” degli edifici costruiti negli anni Cinquanta, Sessanta e Settanta nel territorio modenese - spiegano dall’Ordine - abbiamo rilevato, in tutta la provincia di Modena, numerosi casi che presentano segni di grave deterioramento.
La causa principale del diffuso degrado edilizio a cui stiamo assistendo consiste nella bassa qualità dei materiali impiegati per la costruzione, oltre a usi e consuetudini di manutenzione non adeguati e che, in diversi casi, hanno peggiorato la situazione anziché contribuire a migliorarla».

Un’altra nota dolente concerne l’efficienza energetica «inadeguata» di diverse strutture.
«Molte abitazioni vetuste – sostengono dall’Ordine - “consumano” notevolmente più energia rispetto a quelli realizzati negli ultimi vent’anni.
Questo é un aspetto marginale, che sempre più di frequente contribuisce a deprezzare gli immobili. Premesso questo, come Ordine sottolineiamo come il “Piano casa” rappresenti un’occasione da non perdere per rinnovare il patrimonio edilizio locale: laddove non vi sia un preponderante valore ambientale o architettonico da salvaguardare, non ha più senso ostinarsi nel conservare edifici costruiti con criteri obsoleti, che oltretutto in caso di terremoto presentano un grave rischio per gli occupanti.

In questo contesto, le amministrazioni modenesi si stanno segnalando più per la loro assenza che per lo spirito di collaborazione nei confronti dei cittadini e dei professionisti.
A pochi giorni dall’entrata in vigore delle nuove norme, infatti, ci risulta che soltanto due Comuni su 47, ovvero Castelfranco e Nonantola, abbiano organizzato incontri pubblici e momenti di confronto ed approfondimento sulla materia.

Tutti gli altri hanno ritenuto superfluo informare i propri cittadini sulle importanti novità
che entreranno in vigore».

MODENA – ALLOGGI PUBBLICI, IL 50% VIENE CONCESSO AGLI STRANIERI


Sempre più dura la vita per chi vive in condizioni d’indigenza a Modena.
Gli attuali criteri per l’assegnazione di un alloggio, se non modificati, porteranno inevitabilmente ad una situazione di forte tensione fra poveri!.

Secondo i dati forniti dal settore politiche sociali e l’integrazione del Comune di Modena, il 50% degli alloggi pubblici, viene infatti concesso agli stranieri.

In dettaglio, dei 304 alloggi pubblici e privati concessi dal Comune di Modena tra il 2007 ed il 2008, 143 di questi sono occupati da cittadini stranieri.

Purtroppo, ed è un dato di fatto, i criteri con cui si stilano le graduatorie ad oggi tendono a penalizzare notevolmente gli italiani.


Numeri alla mano, osserviamo che la percentuale sfiora il 50%.
Una sproporzione inaccettabile, se consideriamo che la percentuale di stranieri a Modena e di circa il 10%.
Ciò significa che le politiche dell’amministrazione modenese, continuano a privilegiare gli stranieri e a penalizzare ingiustificatamente le famiglie italiane in difficoltà nell’accesso agli alloggi pubblici.

Nel caso di appartamenti privati gestiti e dati in affitto dal Comune attraverso l’agenzia per la casa, quelli concessi a stranieri sono più della metà del totale, ovvero 65 rispetto ai 126 total.
La percentuale supera invece il 43% per gli alloggi pubblici concessi direttamente dall’amministrazione.

Alla luce di questa situazione paradossale, credo sia il caso di rielaborare i criteri di accesso alle graduatorie, per ristabilite pari opportunità e pari diritti tra chi quotidianamente deve già combattere per far fronte alla situazione di povertà in cui versa.

Sembrerà populista e demagogico, ma andate a raccontarlo voi al mio amico Rino della bocciofila, che da bravo lavoratore, prima di andare in pensione, ha contribuito una vita al sostegno dello stato sociale ed alla realizzazione di quegli alloggi popolari che, oggi che ne avrebbe bisogno, in base ai criteri utilizzati, gli vengono negati.

Quando lo sento imprecare, e gli sento farfugliare cose del tipo “Ha ragione la Lega, oggi abbiamo meno diritti e meno sostegni degli ultimi arrivati!”.

Non posso che convincermi che qualcosa in questo sistema si è inceppato.
Agli occhi dell’uomo della strada risulta ingiusto, squilibrato e discriminante.

Io dico si ad accogliere chi viene in Italia per lavorare, per farsi una famiglia, per partecipare attivamente e produttivamente alla vita sociale.
Ma è fondamentale, per evitare l’odio verso lo straniero (beceramente cavalcato dalle destre), mettersi ad un tavolo e riesaminare tutto lo stato dell’attuale Welfare italiano.

Spero che quest’appello giunga anche all’attuale giunta comunale.


IlSandrone

MODENA – 1.300 euro per ogni giorno lavorativo al direttore generale Mara Bernardini!


In questi giorni mi è capitato di leggere sui giornali una notizia che mi ha lasciato davvero senza parole.
In tempi di forte crisi, mentre tutti noi tiriamo la cinghia per arrivare a pagare il mutuo, le rate dell’auto, bollette e tasse comunali varie… i dirigenti del Comune di Modena trovano “etico” aggiungere ai già faraonici stipendi che prendono, altre ricchissime retribuzioni!.

Il Comune di Modena infatti si riconferma il più “generoso” con la propria classe dirigente che, secondo i dati ufficiali, risulta la più numerosa e ben pagata.

Appena 41 persone, pur con notevoli differenze di stipendio, si dividono 3 milioni 900mila euro ogni anno!.

Una delle figure di maggiori responsabilità come il direttore generale Mara Bernardini percepisce oltre 290mila euro di stipendio, circa 1.300 euro per ogni giorno lavorativo, più del doppio di quanto succede a Reggio Emilia.

In un periodo di grandi difficoltà come quello odierno non sarebbe più corretto che venissero ridotti i costi della politica ?.

Non sarebbe più rispettoso nei confronti di chi non arriva a fine mese o ha addirittura perso il lavoro, eliminare i costi connessi al raddoppio o al triplicarsi di poltrone riccamente retribuite ?.

Poltrone che, per poter essere “occupate” in modo responsabile, dovrebbero, ovviamente, “portar via” tempo ed attenzioni dall’incarico principale che, nel caso in oggetto, è proprio quello di direttore generale.

Non so quindi quanto siano “etici” i quattro incarichi ricoperti dalla dottoressa Bernardini.

Direttore generale del Comune per il quale percepisce 290mila euro.

Membro del consiglio d’amministrazione di Hera, euro 50mila retrocessi, forse a titolo definitivo, all’amministrazione.

Consigliere d’amministrazione di Acantho, società di derivazione Hera, per 25mila euro.

Membro del comitato per la remunerazione di Hera, altra società legata alla multi utility per euro 25mila euro.

Sarebbe il caso di chiedere al Comune di Modena, come vengono valutati gli ultimi due compiti della Bernardini e se non sia il caso che questi ultimi tre incarichi, di nomina politica, debbano essere affrontati in maniera politica.
Ed in particolare gli ultimi due che non possono non portar via tempo ed attenzioni dall’incarico principale, debbano essere affrontati ugualmente alla retribuzione percepita da Hera e retrocessi al Comune stesso.

Sabato mattina, quando sarete in fila allo sportello per pagare la rata del mutuo o l’affitto, bollette, tasse comunali, multe… se vi capita incazzatevi pure un po’, ne avete tutti i diritti.


IlSandrone

BASSA MODENESE «Cariche in Aimag e Coimepa» - Mantovano presidente, i Grillini non ci stanno!.


Presidente della commissione provinciale per la tutela dell’ambiente e membro del Consiglio di Amministrazione di Aimag.

Sono le due cariche ricoperte da Ivano Mantovani (ex sindaco di Concordia) che per Lidia Castagnoli delle Liste Civiche a 5 Stelle BeppeGrillo.it rappresentano un’anomalia.

«Colpisce che Mantovani sia stato scelto per presiedere una commissione che eserciterà una funzione strategica nella funzione di indirizzo e di controllo politico-amministrativo del Consiglio Provinciale, svolgendo attività preparatoria e consultiva su temi che fanno riferimento ad una delle aree più delicate per il nostro territorio, quella cioè di tutela dell’ambiente - attacca l’ex candidata alla presidenza della Provincia di Modena.

- Se è vero infatti che Mantovano ha al suo attivo una lunga esperienza di amministratore è però anche vero che è membro del Consiglio di Amministrazione di Aimag, e Amministratore Delegato di Coimepa Srl, una società di distribuzione del gas nella vallata destra del Panaro».

Cariche che non rassicurano i «Grillini» visto che i tanti interessi che ruotano attorno alle due
realtà industriali e che si intersecano con le questioni ambientali.

«Sapere quindi che il neo Presidente della più importante Commissione provinciale è consigliere della multiutility Aimag non ci rassicura, e immaginiamo con sospetto le audizioni
sugli impianti di compostaggio e sugli inceneritori,considerati gli interessi di Aimag sullo smaltimento delle frazioni organiche da raccolta differenziata di cui gli impianti di Massa
Finalese e Fossoli sono già destinatari, e considerate le potenzialità di smaltimento dell'impianto a biomasse previsto a Finale Emilia, una volta attuata la riconversione dello zuccherificio di Massa.

- conclude Lidia – Data la delicatezza della situazione del territorio e dei rapporti istituzionali in essere, crediamo che i cittadini della Provincia meritassero un residente di Commissione meno coinvolto nel business».

MODENA - «Mercato ortofrutticolo, quale futuro? Dal Comune aspettiamo ancora risposte»


La Fiesa Confesercenti Modena alla nuova giunta.

E’ a rischio il futuro del mercato all’ingrosso di frutta e verdura e la sopravvivenza di alcune aziende!.

A lanciare l’allarme è la Fiesa (Federazione Italiana Esercenti Specialisti dell’Alimentazione) Confesercenti Modena, che punta il dito sul destino della struttura di via del Mercato, la cui attività è vitale per tante piccole e medie imprese che operano nel commercio e nella ristorazione.

«L’amministrazione comunale deve chiarire il modo in cui è intenzionata ad agire», si legge in una nota, «dal momento che nessuna risposta è pervenuta ai diretti interessati, nemmeno in merito ad una sua eventuale nuova collocazione in un altro quartiere cittadino».

Secondo la Fiesa, infatti, il mercato ortofrutticolo rappresenta una realtà di primissimo piano ed è un punto di riferimento verso cui ogni giorno si rivolgono un numero considerevole di dettaglianti e cittadini.
«La sua chiusura senza una valida alternativa comporterebbe per venditori di prodotti ortofrutticoli, gestori di bar, ristoratori, commercianti e ambulanti, figure che abitualmente si approvvigionano al mercato, un forte disagio», spiegano: «sia perché si dovrebbe andare sino a Bologna, sia perché questo determinerebbe un inevitabile aggravio di costi».

E l’appello viene mandato diretto alla nuova giunta comunale, con l’invito a spiegare i propri progetti sulla struttura: «Non sappiamo a che punto è la trattativa con gli operatori per la realizzazione della una nuova struttura presso il quartiere Torrazzi».


Il Cittadino Partecipa: un grande inizio


Ciao a tutti,
Domenica abbiamo partecipato ad un bellissimo evento tenutosi a Rovereto (TN).

"Il Cittadino Partecipa"

Idee per riattivare la democrazia in Trentino



DESCRIZIONE DELL’INIZIATIVA
L’evento “Il cittadino partecipa” è un’iniziativa apartitica di democrazia partecipativa in cui i cittadini trentini, scelti secondo un criterio scientifico volto a garantire la più ampia rappresentanza sociale, sono chiamati a discutere in assemblea i problemi e le tematiche emergenti sul proprio territorio. L’assemblea è gestita tramite un ordinato e collaudato metodo di discussione coordinato da esperti di livello nazionale ed internazionale. Le indicazioni provenienti dall’assemblea saranno poi sottoposte agli esponenti della vita politica trentina.
Durante la giornata una serie di relatori nazionali ed internazionali, descritti nelle pagine successive, si avvicenderà per discutere di democrazia nel Trentino, democrazia diretta e democrazia partecipativa.

IL PERCHÉ DELL’INIZIATIVA

Nella provincia di Trento c’è una reale democrazia? Oppure il cittadino è considerato solo al momento
del voto?
Singoli cittadini e associazioni apartitiche come Trento Attiva e PartecipAzione Cittadini Rovereto, impegnate a promuovere maggiore partecipazione e un approfondimento e miglioramento della democrazia rispettivamente a Trento e a Rovereto, si sono poste queste domande ed hanno avviato un percorso di discussione sull’argomento.
Dal confronto di visioni e sensibilità diverse è emersa l’idea di sperimentare anche in Trentino, primi in Italia, gli strumenti di democrazia partecipativa ampiamente utilizzati in nord-Europa e nei paesi anglosassoni.
Il progetto “Il cittadino partecipa” si basa quindi sulle esperienze partecipative quali, ad esempio, i Town Meetings del XXI secolo (ampiamente utilizzati negli USA), i “Sondaggi Informati” (USA, in Gran Bretagna, e Australia), le Giurie dei Cittadini (in USA), le Consensus Conferences (in Danimarca), le Cellule di Progettazione (in Germania).

Molte di queste iniziative sono usate concretamente come strumento di supporto alla democrazia rappresentativa. Ognuno di questi metodi ha caratteristiche precise, diversi aspetti positivi e negativi ed è stato affinato da esperti nel corso degli anni. Inoltre, alcuni di questi sono tutelati da diritti di utilizzo e vengono attuati da esperti che operano nel mondo universitario su commissione di enti pubblici o di amministratori sensibili a queste tematiche.

GUARDA L'INTERVISTA A PAOLO MICHELOTTO

E ecco le proposte che hanno raggiunto il maggior numero di consensi che ora saranno presentate ufficialmente alla Giunta provinciale, al Presidente della Provincia e al Consiglio provinciale.

Proposta effettuata da: Titolo: Voti:
Ruggero P. Assemblee di confronto tra amministrazione e cittadini 52
Emilio P. Abolizione quorum tutte consultazioni referendarie 49
Ezio F. Acqua gestita in maniera pubblica (gas naturali) 42
Sebastiano M. Comune dia ai cittadini i terreni per coltivare 42
Miriam G. Voto agli immigranti 40
Simonetta G. Partecipazione dei cittadini sulla scelta di progetti ad impatto ambientale 40
Carlo D. Sei d’accordo per una mobilitazione popolare in merito alla strategia sullo smaltimento dei rifiuti inceneritore compreso 37
Sandro A. In fase di progettazione urbanistica offrire opzioni tra cui scegliere 35
Irene M. Educazione civica nelle scuole 31
Francesca M. Democratizzare il processo referendario in trentino 29
Simonetta F. Valutazione d’impatto di genere dei provvedimenti amministrativi

Una giornata davvero incredibile.

Ciao a tutti.

IlSandrone

Info e dettagli : http://www.paolomichelotto.it/blog/

lunedì 21 settembre 2009

MODENA - «La rivoluzione dei bus rischia di essere un bluff»


Il primo giorno del servizio pubblico “invernale” a pieno ritmo è andato decisamente male, come qualcuno aveva previsto.


«Le modifiche introdotte sulle linee, la rimodulazione degli orari e la conseguente riorganizzazione dei turni di servizio, hanno già trovato una forte presa di posizione da parte delle Organizzazioni Sindacali e degli autisti Atcm, ma sicuramente vedranno malcontento e proteste anche da parte degli utenti».

Così i sindacati e il comitato utenti rilevano in una nota come già Martedì mattina si siano toccate con mano, in città, le anomalie introdotte nel nuovo servizio «tese a ridurre massivamente i costi a scapito di tutto il resto, con il risultato che i tempi e gli orari non sono stati rispettati su diverse corse: le linee 9 e 10 hanno avuto 40 minuti di ritardo, le linee 8 e 14 dai 25 ai 30 minuti.

Questa rivoluzione rischia di essere un grande bluff!».

Disagi, secondo sindacati e utenti, si sono riscontrati anche su altre linee urbane ed extraurbane.

«Oltre alla protesta dei lavoratori di Atcm, e alla possibile proclamazione dello stato di agitazione, nei prossimi giorni - si conclude la nota sindacale - si annuncia sempre più evidente ed eclatante la protesta del Comitato utenti».

Oggi si apre una nuova finestra su Modena


Era tanto che volevo farlo,
e finalmente oggi mi sono deciso.


Vorrei poter offrire ai miei concittadini un punto di vista più diretto, dentro alla notizia.

L'obiettivo che mi prefiggo è quello di andare a scovare in prima persona le magagne che la nostra "cara" amministrazione mette in piedi senza fare troppo rumore.

Se avete indicazioni, consigli, temi da approfondire "al Sandroun l'è chè!".

Questa qui sarà la preda arringadora durante tutto l'anno e non solo il giorno dal SPROLOQUIO ED SANDROUN.


IlSandrone