martedì 22 settembre 2009

MODENA - «Nuovo Piano casa, le amministrazioni modenesi non informano i cittadini sulle importanti novità che entreranno in vigore»


Lo stato di salute degli edifici modenesi non è dei migliori e necessita di una revisione.

Sia in termini di sicurezza, per adeguare le strutture anche alle nuove norme anti-sismiche,
che dal punto di vista energetico, per apportare le migliorie necessarie a ridurre i consumi.
E, per rinnovare il patrimonio edilizio, perché non approfittare del nuovo «Piano Casa» sul quale sono chiamate a decidere (entro il 21 settembre, come previsto dalle direttive regionali) anche le amministrazioni modenesi?

E’ quanto propone l’ Ordine degli Ingegneri della provincia di Modena che, dopo avere scattato una fotografia alquanto negativa sui complessi abitativi attuali, richiama l’attenzione degli enti locali sulla situazione odierna.
«A seguito di un’intensa attività di analisi dello “stato di salute” degli edifici costruiti negli anni Cinquanta, Sessanta e Settanta nel territorio modenese - spiegano dall’Ordine - abbiamo rilevato, in tutta la provincia di Modena, numerosi casi che presentano segni di grave deterioramento.
La causa principale del diffuso degrado edilizio a cui stiamo assistendo consiste nella bassa qualità dei materiali impiegati per la costruzione, oltre a usi e consuetudini di manutenzione non adeguati e che, in diversi casi, hanno peggiorato la situazione anziché contribuire a migliorarla».

Un’altra nota dolente concerne l’efficienza energetica «inadeguata» di diverse strutture.
«Molte abitazioni vetuste – sostengono dall’Ordine - “consumano” notevolmente più energia rispetto a quelli realizzati negli ultimi vent’anni.
Questo é un aspetto marginale, che sempre più di frequente contribuisce a deprezzare gli immobili. Premesso questo, come Ordine sottolineiamo come il “Piano casa” rappresenti un’occasione da non perdere per rinnovare il patrimonio edilizio locale: laddove non vi sia un preponderante valore ambientale o architettonico da salvaguardare, non ha più senso ostinarsi nel conservare edifici costruiti con criteri obsoleti, che oltretutto in caso di terremoto presentano un grave rischio per gli occupanti.

In questo contesto, le amministrazioni modenesi si stanno segnalando più per la loro assenza che per lo spirito di collaborazione nei confronti dei cittadini e dei professionisti.
A pochi giorni dall’entrata in vigore delle nuove norme, infatti, ci risulta che soltanto due Comuni su 47, ovvero Castelfranco e Nonantola, abbiano organizzato incontri pubblici e momenti di confronto ed approfondimento sulla materia.

Tutti gli altri hanno ritenuto superfluo informare i propri cittadini sulle importanti novità
che entreranno in vigore».

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