giovedì 1 ottobre 2009

MODENA - «Crisi economica, vivere in città è sempre più difficile»


La denuncia delle associazioni: «Famiglie sul lastrico. Volano i prezzi degli alimentari e le tariffe»

Vivere a Modena è sempre più difficile. Per le famiglie, per i pensionati, per chi ha in mano un contratto a tempo determinato, per chi è in cassa integrazione e per chi è rimasto, da una settimana all’altra, senza lavoro con bollette o rate del mutuo da saldare.
La crisi, tutt’altro che superata, non ha fatto sconti al nostro territorio dove - in linea con quanto sta accadendo in tutto il Paese - si stanno ripresentando le problematiche che impensierivano quando i portafogli non erano così «leggeri».

Stiamo parlando del continuo aumento dei prezzi (in testa, come mesi fa, ci sono i generi di prima necessità come pasta o pane) e del conseguente crollo dei consumi (dal -2,5 al - 3% mentre le vendite a rate hanno registrato persino un - 20%), del caro-mutui, delle tariffe sempre più salate e dell’impennata degli affitti. Per non parlare, poi, del puntuale ricorso al credito al consumo (anche per gli acquisti di tutti i giorni) e del difficile rapporto con gli istituti di credito che, oltre a creare disagi alle imprese, spinge chi ha esigenze di denaro alla ricerca di fondi anche senza le giuste garanzie.

Per tutte queste ragioni, le associazioni dei consumatori sono scese in piazza per esporre precise richieste al Governo.
Mentre a Roma i rappresentanti nazionali si sono dati appuntamento in piazza Montecitorio e in piazza Belli davanti alla sede di Confcommercio, nei giorni scorsi a Modena, le sezioni locali di Federconsumatori, Adiconsum, del Movimento consumatori e dell’Adoc hanno fatto il punto sulla situazione denunciando le difficoltà portate dal carovita che quotidianamente incontrano
le famiglie e i lavoratori.

«Vivere a Modena oggi è molto difficile – ha esordito il presidente provinciale di Federconsumatori Renza Barani - e sono le fasce più deboli, pensionati in testa, a subire le conseguenza di questa crisi.
I bilanci familiari da qualche tempo sono messi a dura prova e su questi, ora gravano di nuovo i rincari dei prodotti alimentari, in particolar modo di pasta e pane, e i ricarichi che avvengono nel passaggio dal campo alla tavola, pari al 347% solo nel caso dei pomodori.
A essere soggetti a queste logiche speculative - ha continuato Barani - sono i beni di base dell’alimentazione quotidiana, i cui aumenti incidono fortemente sulla spesa della famiglie meno abbienti che hanno subito un calo del potere d’acquisto di 980 euro all’anno e di 85
per quelle a reddito fisso».

«In un quadro così delicato - ha aggiunto il responsabile provinciale di Adiconsum Angelo Ferrari Valeriani - pesano anche i costi delle tariffe e delle bollette energetiche.
Per un lavoratore in cassa integrazione è difficile pensare anche a queste spese, oltre al mutuo o all’affitto.
Per questo si verifica un continuo ricorso al credito al consumo che non fa altro che indebitare ulteriormente chi è già in difficoltà. Occorre che i Comuni e gli enti locali intervengano a sostegno delle imprese e che il Governo metta in atto misure concrete. E’necessario avviare un processo di detassazione per le famiglie a reddito fisso, lavoratori e pensionati rimodulando le aliquote Irpef e prevedendo ulteriori detrazioni.
Servono interventi urgenti per abbattere i prezzi e fare ripartire i consumi, nonché per sostenere i lavoratori che hanno perso il lavoro o stanno usufruendo degli ammortizzatori sociali».

Nonostante le rassicuranti parole del presidente del consiglio, Silvio Berlusconi, sono certo che anche nel modenese, considerata da sempre un’area altamente produttiva, sarà un autunno davvero difficile per imprese e famiglie.

La crisi non è superata, ci aspettano momenti duri ed è necessario, in attesa delle manovre del Governo, pianificare interventi a sostegno dell’economia locale.
E’ il momento che i nostri amministratori comunali comincino a studiare e mettano in programma aiuti alle famiglie, per evitare che ricorrano a finanziamenti o altre pericolose forme d’indebitamento.

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